Perché fa bene praticare il Tai Chi:
alcuni fondamenti riconosciuti nei secoli

I movimenti del Tai Chi Chuan promuovono una benefica relazione Yin / Yang tra attività fisica e mentale, ma nello stesso tempo, in armonia con la teoria dei cinque elementi, stimolano un funzionamento equilibrato degli organi interni, prevenendo così le malattie, rinforzando la salute e prolungando la vita.

Nel corso dei secoli il Tai Chi Chuan ha dato origine a un alto numero di stili differenti, perdendo progressivamente l’aspetto marziale iniziale a favore dell’aspetto terapeutico. Oggi è una delle arti marziali più praticata nel mondo, grazie ai suoi innegabili benefici ad ampio raggio sulla salute dei praticanti.

In Cina l’uso dell’esercizio fisico può essere fatto risalire già al 1000 a.C.
Il Neijing, antico testo fondamento della medicina tradizionale cinese, prescrive esercizi di respirazione, massaggi della pelle e della carne, esercizi delle mani e dei piedi per gli abitanti del centro, regione pianeggiante e umida, che soffrono di paralisi delle giunture, raffreddamenti e febbri.

Nel periodo dei regni combattenti (403-221 a.C.) i taoisti introdussero esercizi fisici e mentali ed esercizi di respirazione come tecniche efficaci per la prevenzione e cura di alcune malattie ed il mantenimento della salute, generalmente conosciute come Qi gong.

Già verso la fine della dinastia Han, Hua Tuo (141-203 d.C.), noto medico e scienziato, sosteneva l’efficacia dell’esercizio per aumentare le difese immunologiche e aveva elaborato un sistema di cura attraverso movimenti noto come il gioco dei cinque animali.
Da allora le ginnastiche energetiche vennero studiate e approfondite negli ambienti buddhisti e taoisti con lo scopo di mantenere l’organismo efficiente, preservarsi dalle malattie e dalla vecchiaia, conservarsi in buona salute e favorire la longevità.

Da queste ginnastiche e dagli antichi stili di Kung-fu si evolse il Taijiquan che inoltre eredita molti contenuti dalla teoria del tai chi e dei cinque elementi. Sono presenti infatti i cinque principi dei cinque elementi: la fluidità dell’acqua essenza di ogni movimento; il principio e la forza del movimento sono come il legno: dall’interno verso l’esterno (spesso si usa l’esempio di una radice che crescendo è capace di rompere anche un muro); il fuoco presente nell’attimo in cui un colpo va a segno; la terra presente nella posizione salda e stabile; il metallo (es: il mercurio) è nel peso, del corpo, che più si lascia scendere verso la terra e più rende la pratica efficace. Esistono due teorie accreditate sulla nascita di questo stile: la prima ne situa la nascita durante la dinastia Yuan (1279-1368) ad opera del monaco Zhang San Feng, la seconda la fa coincidere con l’origine dello stile Chen, ad opera di Chen Wang Ting, durante la dinastia dei Ming (1368-1644). La seconda tesi pare ora la più attendibile, frutto di ricerche storiche più accurate. La prima ipotesi risente infatti della volontà di far risalire la disciplina ad un periodo più remoto, allo scopo di avere un contraltare alle discipline considerate “straniere” e nate in epoca più remota (stili di kung fu di orignine Shao Lin Buddista ad esempio).

La respirazione e la circolazione nel Tai Chi Chuan

L’esecuzione delle tecniche di Tai Chi è strettamente legata alle fasi respiratorie e in armonia con esse. La respirazione deve avvenire attraverso il naso ed essere addominale (diaframmatica), lenta e continua. L’abbassamento del diaframma nella fase di inspirazione, insieme alla contrazione di glutei, causa una dilatazione della parete addominale che permette l’accumulo dell’energia nel Tan Tien. Il Tan Tien è un punto situato nel ventre (a circa un terzo della distanza tra la parete addominale e la spina dorsale), due o tre centimetri sotto l’ombelico e corrisponde al baricentro del corpo umano. Tan Tien letteralmente significa “campo del cinabro”; il cinabro è un minerale che gli alchimisti taoisti utilizzavano per produrre il cosiddetto elisir dell’immortalità. Possiamo quindi considerare il Tan Tien come il nostro “centro psico-fisico”, un punto in cui si trova l’energia vitale che ci dà salute fisica e spirituale. Spesso si ritiene, erroneamente, che la respirazione toracica sia più naturale; questo non è vero: nei bambini piccoli infatti la respirazione è addominale e solo col passare del tempo diventa toracica. La respirazione addominale inoltre è più efficace nell’apporto di ossigeno ed è utile per la cura degli stati ansiosi.

I movimenti del Tai Chi sono costituiti da un’alternanza di “aperture” e “chiusure”. Le “aperture” sono movimenti in cui le membra si distendono e ad esse corrisponde una fase espiatoria (emissione di energia); le “chiusure” sono movimenti in cui le membra si raccolgono e ad esse corrisponde una fase inspiratoria (immissione, accumulo di energia).
All’interno del nostro corpo, il Ch’i scorre lungo i meridiani e può venire diretto dalla forza del nostro pensiero. Nella pratica del Tai Chi è fondamentale “far scendere il Chi nel Tan Tien”.

Durante il ciclo respiratorio, quando inspiriamo, l’aria che entra dal naso deve scendere fino a Tan T’ien; quando espiriamo il Ch’i accumulatosi in Tan Tien risale lungo la colonna vertebrale, fino al collo e alla nuca, per poi fuoriuscire nuovamente dal naso.
Il Chi fluisce anche negli arti, fino alle estremità (palma delle mani e pianta dei piedi). Per esempio, se eseguiamo una tecnica che prevede una spinta con le mani, il Ch’i deve fluire lungo la colonna vertebrale, nelle due braccia e infine fuoriuscire dai palmi delle mani (che effettuano la spinta). Questo fluire del Chi nel nostro corpo è la cosiddetta “grande circolazione del Chi”.

I testi classici dicono che “il Chi mette in movimento il corpo” e che “tutte le parti del corpo devono essere coordinate fra di loro come perle di una collana”: “tutti i movimenti devono essere unificati da un solo flusso di Ch’i”. Questo significa che i movimenti, nel Tai Chi non devono essere eseguiti con la forza muscolare, bensì devono essere guidati dal fluire del Chi.

Il Taijiquan della forma dell’acqua

Il termine cinese 水性太极拳 (shuixing taijiquan) si può tradurre come “Taijiquan della natura o della qualità dell’acqua”.

Il fondatore dello stile è Wang Zhuanghong – famoso calligrafo, studioso di filosofia e Maestro di Taijiquan vissuto a Hong Kong – che con un profondo lavoro teorico ed esperienziale ricondusse la pratica del Taiji alle sue radici filosofiche più autentiche ispirate alla Natura, conferendogli  al contempo una nuova qualità. La forma – pur basata sullo stile Yang tradizionale –  si evolve in movimenti spiraleggianti, a  mulinello.

La nota distintiva di questo stile rispetto a tutti gli altri risiede nello sfruttare la forza di gravità che proviene dal centro della Terra e nell’ispirarsi in ogni movimento alle qualità dell’acqua.

La caratteristica dell’acqua è scorrere, muoversi continuamente e liberamente in ogni direzione, fluire senza bloccarsi e risultare sempre efficace.
“Nulla al mondo è più morbido e debole dell’acqua, eppure nulla è più capace di lei di vincere ciò che è duro e forte”. (Laozi, cap. 78)

La natura dell’acqua è quella del Dao stesso: comprendendo la vera essenza delle cose è possibile rendere efficace l’azione.

Il Taiji è dunque non solo un’arte marziale ma anche un percorso esperienziale di conoscenza per entrare in risonanza con i principi della natura.

L’Acqua come elemento e i suoi riflessi nella pratica del Taijiquan

L’acqua è uno dei cardini della Teoria dei Cinque Movimenti del pensiero filosofico cinese, in cui ogni essere è rappresentato dall’armonica alternanza tra le cinque componenti energetiche fondamentali: Acqua, Terra, Fuoco, Legno e Metallo.
Nella cultura classica occidentale, da Pitagora a Ippocrate, l’acqua è uno dei quattro elementi fondamentali dal cui equilibrio dipende la vita e l’evoluzione del cosmo: Acqua, Fuoco, Aria e Terra.

Il corpo umano è in media composto per due terzi di acqua. E secondo le ricerche di alcuni studiosi l’acqua ha una sua “memoria”, una capacità di immagazzinare e trasmettere informazioni sulle sostanze con cui è entrata in contatto.

L’acqua NON HA FORMA, è piuttosto CONTENUTO che si adatta al CONTENENTE acquisendone la forma.

Nel suo mutare, nel solidificarsi in ghiaccio o nello scorrere come acqua sorgiva,  è l’elemento che meglio di ogni altro è stato preso a riferimento e metafora della corretta pratica del Taiji dal grande Maestro dello stile tradizionale Wang Zhuanghong, di cui Wang Zhixiang è discepolo diretto.

Nella pratica del Taiji dello stile dell’Acqua si ricerca  un movimento naturale che si esprime con la fluidità e la morbidezza dell’acqua nelle sue diverse manifestazioni:

  • “scorrere”: il movimento nasce da radici flessibili e l’energia scorre libera come la corrente di un fiume.
  • “onda”: il movimento si apre allo spazio e l’energia fluisce continua come le onde del mare.
  • “mulinello”: il movimento si organizza a spirale nello spazio e l’energia scorre in modo naturale al massimo della sua potenzialità.
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